IL Santo
corruzioni, parlò di Benedetto ai nuovi arrivati con favore, in sostanza; però non senza certo riserbo diplomatico. Non lo chiamava il Santo; lo
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preghiera era stata di poter parlare ai suoi discepoli prediletti, di avere da Dio parole di Verità e forza bastevole a pronunciarle. Si sentiva ora il
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zelanti che lo avevano intimorito a Jenne, non aveva perduta l'occasione di mettersi facilmente in pace colla propria coscienza, aveva dato sfogo ai
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, candelabri, busti di vescovi mitrati. I padroni, gente religiosissima, avevano lasciato intendere ai suoi genitori che se gli si fosse manifestata
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violoncello di Chieco. Ella venne incontro ai suoi amici con un sorriso che insieme alla musica, un'antica musica italiana semplice e serena, strinse
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dell' Aniene. Sopra quegli archi era la dimora del prete diabolico e delle peccatrici insidianti ai figli di San Benedetto. Il monaco pensò a Jeanne
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anche dell'anima. Ai bagni di Nerone presero la mulattiera ch'entra nella stretta gola verde risalendo la destra dell' Aniene. Si lasciarono a sinistra
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gioia. Amava il professore, forse incapace ancora di fede ma profondamente convinto che vi hanno enigmi insolubili per la scienza, generoso, fiero ai
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tutti qui hanno le stesse disposizioni di anima verso Cristo e la Chiesa. Non credo di parlare ai sacerdoti presenti, credo e spero ch'essi non
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religiosa, tradotto in francese. Scrisse all'ignoto autore parole tanto calde di ammirazione che Selva le rispose accennando ai suoi cinquantasei anni e ai
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fra i fogliami degli ulivi. Giovanni rispose: "Pioggia." Noemi domandò subito quanta strada ci fosse dal villino ai Conventi. A Santa Scolastica venti
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Belgio, da lui non conosciuto, e quindi offerto ai Selva di recarsi a Bruxelles in loro vece. Così era avvenuto che Noemi si trovasse con i Dessalle
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Noemi, pure mostrandole molto interesse nel parlarle di Piero, mostrandole molto riguardo ai sentimenti di lei, le parlasse però in un tôno diverso da
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la terra e anche studiava in biblioteca col Padre foresterario. E un cuore, un cuore grande! Tante volte aveva dato ai poveri anche quel magro vitto
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passi di distanza disse forte ai compagni: "Quanti scemi per un furbo!" Un omaccione barbuto che stava sulla soglia d'una botteguccia l'udì e gli si
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ch'egli aveva accennato con la mano di uscire della Chiesa promettendo ai vicini di parlare fuori. E fuori aveva parlato. Che avesse propriamente detto
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quel buon don Clemente, prendete il posto a un povero pellegrino, eh dite su, magari cercando di darla a intendere ai frati, che è facile, e a
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a tutti coloro che avvicina ma in modo particolare ai più umili, e forse tu potresti esser gelosa della vecchia di Subiaco che viene in casa per i
Accademia della crusca
